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Che belle magliette!

Per aprire questa sezione del nuovo sito del San Luigi Calcio, a mo’ di inaugurazione, ho scelto un po’ di colore, un po’ di brio. Visto che belle magliette? Visto che bei colori, che bell’impatto visivo? Si trasmette allegria, vero…? Ecco, però, quando abbiamo “visto le figure” -come si usa dire-, passiamo a leggere con attenzione quello che c’è scritto, ad iniziare proprio dal titolo. Si tratta della Carta dei Diritti dei Bambini, emanata dalle Nazioni Unite, nella fattispecie applicata allo sport: ora il gusto estetico può fermarsi un attimo a riflettere perché le parole “diritti” e “bambini” sono cose talmente serie da richiedere ben poca superficialità. Su ogni maglietta c’è un diritto: un diritto è un qualcosa che mi spetta, un qualcosa di indiscutibile, un qualcosa di assodato, di certo, per cui non occorre far altro che passare a riscuotere. Se questo si applica a favore di un bambino (o bambina -ovviamente-) diventa tutto ancor più palese, disarmante nella sua ovvietà ed inconfutabilità. Si leggano le singole dieci magliette, per favore. Il primo commento, che esce di getto può essere: “Ovvio, suvvia, non occorre neppure ribadirlo, giustissimo; sono d’accordo”. Siamo sicuri, mi permetto di aggiungere? Siamo certi di aver capito bene ciò che significa … che ne so, ad esempio “divertirsi e giocare”, oppure “ambiente sano”, oppure “allenamenti adeguati ai suoi ritmi”? Ed anche quando avessimo capito bene il significato, siamo certi di sapere cosa e come fare affinché quel diritto -perché di diritto si tratta, mi raccomando- venga messo a terra correttamente ed al meglio quando un bimbo gioca o vive una realtà sportiva in genere? Non basta chi condivide, occorre chi comprende a fondo e chi ha le competenze adeguate per attuare ciò che quelle magliette colorate dicono. Non è roba per tutti, in sostanza. La Carta dei Diritti è rivolta ai genitori, agli insegnanti, ai dirigenti, ai tecnici, ai bimbi ed alle bimbe che giocano: è rivolta a tutte le componenti, quindi, ed andrebbe palesata e spiegata all’inizio di ogni stagione sportiva, in ogni società. C’è chi lo fa e chi no, … e va bene. Tuttavia mi accontenterei semplicemente che non ci fossero facce stanche ed annoiate, fintamente compiacenti nelle platee quando il Settore Giovanile e Scolastico ricorda e spiega per bene la Carta ad inizio stagione nelle riunioni collegiali delle società che fanno attività giovanile. Ed invece, in decine e decine di appuntamenti a cui ho personalmente assistito, ho visto tanti muri di gomma e tanti commenti finali chiacchierati di questo tenore: “Come è andata? Si, dai, le solite cose, nulla di nuovo anche quest’anno!” Ebbene, le magliette non possono essere “le solite cose” ed il “nulla di nuovo”, perché un diritto non è “la solita cosa”: è tanto, tanto di più. Le magliette devono trasmetterci sempre qualcosa, ad ogni rilettura: non basta esser d’accordo. Quando un adulto si approccia ad un bambino che gioca in un contesto sportivo deve chiedersi: “Cosa ci faccio io qui?” Se questa domanda non se la pone, è bene che faccia dell’altro, pur senza alcun giudizio sulla persona, sia chiaro. Il giudizio è sulla natura del suo approccio con il mondo dello sport per i bimbi. Non è roba per tutti, questo deve essere solare. Ammesso che si vogliano fare le cose per bene. Perché con i bambini non si scherza, e con i loro diritti ancor meno! Sono persino più belle quelle magliette, adesso; non è vero?

Marco Stoini